Editoriale

03 Ott

2016

Etruria, ieri e oggi

Fino a ieri, Etruria era solo un’antica area corrispondente all’attuale Toscana e parti delle regioni vicine.

Una ricca regione, abitata dal popolo degli Etruschi che per secoli sono stati un modello di sviluppo e di conoscenza. Una “civiltà”, quella etrusca, che riaffiora qualche secolo dopo con il dominio dei Medici e il Rinascimento.

“È in verità impressionante constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell’Italia centrale, l’Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà Italiana”. Così esclamava Jacques Heurgon, uno dei più illustri studiosi della civiltà etrusca. Scomparso alla fine del secolo scorso, non possiamo sapere se Heurgon avrebbe confermato, oggi, l’antico detto del due senza il tre…

E’ evidentemente toscano l’attuale Capo del Governo, ma è per lo meno prematuro posizionarlo in continuità sulla linea Etruschi-Medici anche se c’è da augurarselo. Non è certamente un modello di successo economico il crac finanziario della banca che porta il nome antico della regione toscana. Lungi da noi la tentazione di unirci al coro di chi strumentalizza politicamente la vicenda e dare giudizi che dovranno esprimere le autorità competenti.

Ci preme qui sottolineare che emerge la “civiltà” di alcuni amministratori – ma che forse è ben più diffusa – fatta di sprechi, abusi e atti omissivi che svuotano le casse di una banca e causano perdite enormi per azionisti e obbligazionisti.

Siamo andati a leggerci la relazione di Banca d’Italia ma anche il capitolo del Vangelo di Luca (16) dove si trova l’elogio ad un amministratore disonesto (ma per arrivare alla domanda esistenziale: “se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?”) e di seguito, non a caso, il famoso episodio di Lazzaro e del ricco “epulone” che è un elogio alla carità come “investimento” per il futuro.

In termini più laici, è quello che stanno da tempo ormai sostenendo molti economisti: per risollevarsi dai guai della finanza creativa e della speculazione di amministratori disonesti e dagli sprechi dei moderni epuloni, l’economia deve ricercare una sostenibilità attraverso il recupero di valori, etica e solidarietà.

Non ci spiacerebbe se a ciò sapessero contribuire anche i contemporanei discendenti degli etruschi…

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