Il “credibile disponibile” sta finendo?

09 Gen

2017

Il “credibile disponibile” sta finendo?

Anni fa ho letto una pagina illuminante di Paul Ricoeur, il grande filosofo francese, sulla quale non ho mai smesso di riflettere. A proposito della condizione in cui si trova una società in ogni momento della sua storia, egli parlava di un certo livello e di una certa qualità di “credibile disponibile”.
Cos’è questa strana cosa? Potremmo dire che sia la quantità e soprattutto il tipo di cose in cui una società è disposta a credere. In definitiva, ciò che quella società spera di ricevere dalla sua storia prossima: dalle sue fortune, dal suo impegno in ogni settore. Ma anche da chi la guida e da chi rappresenta, o può rappresentare, aperture sul futuro, sul progresso, sul miglioramento delle condizioni di vita e sugli stati d’animo diffusi.
Il credibile disponibile riguarda ovviamente anche la sfera religiosa e le istituzioni che la rappresentano.

Ora la domanda che rivolgo al lettore è: qual è oggi, in questo tempo, il tuo credibile disponibile? Quale riserva di speranza ti è rimasta rispetto, ad esempio, alla politica, alla cultura, alla civiltà, alla fede?
E la stessa domanda si può rivolgere a tutta la nostra società: anzi, è dimostrato che il credibile disponibile che ci circonda condiziona, abbassa o deprime, il nostro.

E infine: non è forse grave responsabilità di chi si propone come guida degli altri (penso alla politica, in questo caso) il prendersi cura e non abusare del credibile disponibile?
Forse chi ci governa e chi ci vorrebbe governare stanno esaurendo il credibile disponibile loro riservato.
Oltre, c’è l’abisso e la violenza.
È accaduto.

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