Donne di Pasqua

20 Apr

2017

Donne di Pasqua

Roma, 14 aprile 2017, per la Via Crucis al Colosseo papa Francesco ha scelto le meditazioni di Anne-Marie Pelletier; è docente di Sacra Scrittura ed Ermeneutica biblica, è sposata e ha tre figli. È la quarta donna che prepara le meditazioni per le Vie Crucis dei Papi al Colosseo. L’ultima era stata madre Maria Rita Piccione, preside della Fondazione delle monache agostiniane, per il Venerdì Santo del 2011 con Benedetto XVI. Durante il pontificato di Wojtyla nel 1993 le meditazioni furono scritte da madre Anna Maria Canopi, abbadessa dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae” e nel ’95 da sorella Minke de Vries, monaca della comunità protestante di Grandchamp (Svizzera). Anne-Marie Pelletier scrive, commentando la Settima stazione (Gesù e le figlie di Gerusalemme): “Il pianto che Gesù affida alle figlie di Gerusalemme come un’opera di compassione, questo pianto delle donne non manca mai in questo mondo. Esso scende silenziosamente sulle guance delle donne. Più spesso ancora, probabilmente, in modo invisibile, nel loro cuore, come le lacrime di sangue di cui parla Caterina da Siena […] E anche Etty Hillesum, donna forte d’Israele rimasta in piedi nella tempesta della persecuzione nazista, che difese fino all’ultimo la bontà della vita, ci suggerisce all’orecchio questo segreto che lei intuisce alla fine della sua strada: ci sono lacrime da consolare sul volto di Dio, quando piange sulla miseria dei suoi figli. Nell’inferno che sommerge il mondo, lei osa pregare Dio: «Cercherò di aiutarti», gli dice. Audacia così femminile e così divina!”.

In questi giorni ho letto un libro di Judith Schubert, docente di Studi religiosi e Teologia presso la Georgian Court University (New Jersey, Stati Uniti), della congregazione delle Suore della Misericordia: Le donne nel Nuovo Testamento (Edizioni Terra Santa).  È un libro ricco di approfondimenti utili per tornare a ciò che le Scritture dicono realmente sulla donna, un buon punto di partenza per riflettere teologicamente sul ruolo della donna nella Chiesa. Scrive Judith Schubert: “Veri modelli di apostolato fedele, le donne bibliche hanno ispirato non soltanto i membri delle loro comunità, ma anche i cristiani attraverso i secoli. Alcune di loro, di cui è riportato il nome, come Maria di Magdala, hanno avuto la reputazione e la vita marchiate nel corso dei secoli da un giudizio derivante da una lettura errata dei testi del Nuovo Testamento. Finalmente, nel ventunesimo secolo, è arrivato il momento di riconoscere tali errori e correggere la lettura sbagliata fatta in passato, affinché tali donne valorose ricevano il giusto riconoscimento e ritrovino il posto che spetta loro nella storia del cristianesimo”. La teologia è spronata, grazie anche a questi studi di genere, a prendere visione del cammino fatto dal popolo di Dio. Ed è chiamata a fare proposte che siano, al tempo stesso, fedeli al depositum fidei e creative, in risposta ai segni dei tempi e agli impulsi dello Spirito. A tal proposito, Piero Coda (mio carissimo amico Membro della Commissione teologica internazionale e della nuova Commissione di studio sul diaconato delle donne istituita da Francesco) dice: “L’entrare in gioco a pieno titolo della donna è di cruciale importanza per il futuro della Chiesa e dei popoli. La Commissione appena istituita è quindi un segnale significativo che papa Francesco vuole dare nell’attraversare questa soglia nuova. Non una questione formale, dunque, ma una presa di coscienza della realtà e della situazione ecclesiale, studiando il diaconato quale aspetto della questione femminile, per compiere poi passi concreti”.

 

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