Se la sposa è single…

23 Set

2017

Se la sposa è single…

Ha destato curiosità (e forse anche un po’ di ilarità, qualche sconcerto ma tanti like…) la notizia di una giovane quarantenne che, fedele ad una promessa fatta qualche anno prima, ha deciso di celebrare il proprio matrimonio nonostante nel frattempo non si fosse fidanzata con nessuno. Sposa, ma single. Pur continuando a nutrire la speranza di trovare l’anima gemella, ha giustificato l’estremo gesto dicendo: “Non volevo rinunciare al giorno più bello della vita di una donna così come ad indossare un meraviglioso abito bianco, da vera principessa. Il mio è un messaggio d’amore verso se stessi». Qualche mese fa, anche un uomo, un quarantenne single è giunto alla medesima determinazione di sposarsi senza partner nella “convinzione che non potrò mai amare nessuno quanto amo me stesso. Anzi – ha aggiunto – amare se stessi è la cosa più bella che possa capitare a un essere umano: solo così si può raggiungere infatti la propria tranquillità interiore”. Non si pensi che si tratti di persone egoiste. Per quanto riguarda lo sposo-single, sappiamo che è impegnato in iniziative di solidarietà per l’Africa. Sinceramente, come non possiamo condividere le scelte di chi si fa del male, non possiamo condannare la gratificazione chi si vuole bene a tal punto di festeggiarsi. Non possiamo accettare però che si chiami “matrimonio” – che per definizione richiede una coppia – l’evento di un singolo. E tanto meno permettere che si riduca il matrimonio ad una coreografia di un giorno che non implichi una qualche forma di impegno per il futuro. Senza entrare nel merito di tutti gli aspetti e i distinguo giuridici e religiosi che la parola “matrimonio” evoca, c’è una irrinunciabile dimensione nel matrimonio che è quella della relazione con l’altro. Senza un partner, senza una relazione, non c’è matrimonio. Nemmeno se dovesse durare un giorno. Questi episodi – che saranno purtroppo emulati – mostrano chiaramente alcune delle più gravi malattie della nostra epoca: l’esibizionismo e il solipsismo. Apparire, a qualunque costo, in una qualunque forma e al di là di qualunque merito sostanziale, è lo pseudo-valore dominante, incentivato ed esaltato dalla pseudo-cultura dei social-network. Una pseudo-cultura nella quale il singolo si trova bene con se stesso, nella propria realtà virtuale, abitata da tante persone che però sono followers, mentre, con le persone reali, si fa sempre più fatica ad entrare in relazione. Perché la relazione significa confronto, ascolto, messa in discussione di se e mutuo arricchimento. Entrare in relazione con un’altra persona al punto di impegnarsi per il futuro non è facile, è impegnativo ed è una fortuna quando capita ma allora sì che è proprio il caso di festeggiarlo con un bel matrimonio.

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