Abbi cura

07 Feb

2019

Io del Festival di Sanremo attendevo le canzoni di due artisti: Daniele Silvestri e Simone Cristicchi.

La prima Argento vivo di Silvestri non mi è piaciuta neanche un po’. Più l’ascoltavo e più mi sembrava falsa. Daniele Silvestri non è più uno studente di 16anni con l’argento vivo addosso che vive la scuola come una prigione e dà colpa di questa condanna alla società che non gli ha dato possibilità di scelta sin dalla nascita. Daniele Silvestri per l’età che ha avrebbe potuto immedesimarsi meglio con chi combatte tutti i giorni contro l’usura della pazienza e dell’autostima: i bravi prof. Se veramente Silvestri volesse cambiare o anche solo denunciare il sistema scolastico – perché il problema è reale e attende da più di mezzo secolo risposte valide – dovrebbe partire dai valori, non dal tentativo di giustificazione di un comportamento carico di rabbia. Non tutti i ragazzi con disagi sociali hanno l’argento vivo addosso. Molti hanno solo brutte storie alle spalle. Una riforma del sistema scolastico deve ripartire da una riforma della società. Cosa non facile. In Giappone per quelli con l’argento vivo addosso si offre la possibilità di lavori manuali in attesa che giunga il tempo della curiosità, della lettura e dell’ascolto. Non ci si arrende, si cercano strade creative. Comunque, grande fiducia in Daniele Silvestri di cui in passato mi sono piaciute le avvolgenti armonie e l’acuta ironia.

La seconda Abbi cura di me di Cristicchi direi che è una canzone proprio godibile: sia testo, sia musica. Simone dice: “Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto”.

Simone Cristicchi sta realizzando anche un documentario dal titolo “Happy Next – alla ricerca della felicità”. Raccontando la storia di diversi personaggi dello spettacolo e della cultura italiani – ma anche di gente comune – prova a rispondere alla domanda: che cos’è veramente la felicità?

Da sempre attivo come volontario in istituti di igiene mentale (vi ricordate la canzone Ti regalerò una rosa, con cui ha vinto il Festival nel 2007?) e nella difesa dei diritti umani (Genova brucia nel 2011 è stata premiata da Amnesty International Italia), in questo periodo si è avvicinato alla fede attraverso la spiritualità francescana. Ma a parte questo – perché non capisco mai quanto vi sia di sincero e quanto di costruito ad hoc dagli abili fabbricanti di spettacolo – la canzone ti arriva dritta al cuore. Perciò ecco il testo. Buon ascolto.

 

Abbi cura di me

Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare

Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole

Più che perle di saggezza sono sassi di miniera

Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera

Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso

Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo

Perché la natura è un libro di parole misteriose

Dove niente è più grande delle piccole cose

È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento

È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento

È la legna che brucia che scalda e torna cenere

La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere

Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi

E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri

Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo

E dai valore ad ogni singolo attimo

 

Ti immagini se cominciassimo a volare

Tra le montagne e il mare

Dimmi dove vorresti andare

Abbracciami se avrò paura di cadere

Che siamo in equilibrio

Sulla parola insieme

Abbi cura di me

Abbi cura di me

 

Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro

Basta mettersi al fianco invece di stare al centro

L’amore è l’unica strada, è l’unico motore

È la scintilla divina che custodisci nel cuore

Tu non cercare la felicità semmai proteggila

È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima

È una manciata di semi che lasci alle spalle

Come crisalidi che diventeranno farfalle

Ognuno combatte la propria battaglia

Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia

Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso

Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso

Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo

Anche se sarà pesante come sollevare il mondo

E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte

E ti basta solo un passo per andare oltre

 

Ti immagini se cominciassimo a volare

Tra le montagne e il mare

Dimmi dove vorresti andare

Abbracciami se avrai paura di cadere

Che nonostante tutto

Noi siamo ancora insieme

Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore

Abbi cura di me

Abbi cura di me

Che tutto è così fragile

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