Che succede signor parroco?

23 Mag

2019

Che succede signor parroco?

di Carlo Maria Paradiso

Ed eccola lì la mia prima storia romanzata: “Che succede signor parroco?”, un racconto leggero per riflettere in e su questi tempi così complessi.

In copertina c’è un gatto, Teo, l’unico personaggio reale della storia. Teo è diminutivo di Teodosio di Pečerska, conosciuto anche come Teodosio di Kiev, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa russa. Guarda caso Teo è un gatto siberiano…

In copertina, oltre a Teo, c’è un parroco che fa una rovesciata per colpire il pallone. L’omaggio è al calciatore Gigi Riva, l’attaccante più grande che il calcio italiano abbia mai avuto: sia per il suo gioco (e gol), sia per i valori che ha saputo rappresentare. Diceva Gianni Brera: “Un autentico eroe del nostro tempo: per me non è mai nato nel calcio italiano uno come Gigirriva da Leggiuno. L’ho soprannominato prima Re Brenno e poi, dubitando del nostro senso storico, sono sceso a una metafora più western come Rombo di tuono. Ha avuto fortuna almeno pari a quella di Toro Seduto”.

Naturalmente, è un racconto spirituale oltre che spiritoso. Al tempo stesso è un romanzo giallo, rosa, verde, azzurro, viola…, ma non nero. Nella storia puoi trovarci un po’ di tutto e anche se sembra un racconto surreale è ciò che succede ai nostri giorni: preti che devono ritrovare sé stessi, tornei di calcio, intrattenimento televisivo, politica degli slogan, animali e animalisti e tanta gente che non comprende che succede.

“Che succede signor parroco?” è un libro scritto con leggerezza. Che cos’è la leggerezza? Italo Calvino diceva (la citazione è tratta da Lezioni americane): “Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. […] La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso”.

In quarta di copertina c’è una preghiera di San Basilio. Chi graziosamente deciderà di leggere il racconto comprenderà il perché:

“O Dio, accresci in noi il senso della fraternità con tutti gli esseri viventi, con i nostri piccoli fratelli, a cui Tu hai concesso di soggiornare con noi su questa terra. Facci comprendere che essi non vivono soltanto per noi, ma anche per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, al pari nostro, la dolcezza della vita, e si sentono meglio al loro posto di quanto non ci sentiamo noi al nostro”.

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