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Perché una nuova versione della Passione secondo Matteo?

Se la Passione secondo Matteo di J.S. Bach è diventata l’opera forse più amata e celebrata fra le tante composte dal Kantor lo dobbiamo ad un altro musicista tedesco, Felix Mendelssohn (1809-1847) che riportò alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, caduta in oblio e in particolare proprio la Passione secondo Matteo (mai più interpretata dalla morte di Bach), di cui diresse un’esecuzione nel 1829 e i cui effetti di riscoperta verso la musica bachiana durano tutt’oggi. Ciò che conferisce un innegabile primato alla Mattheus-Passion è la sua evidenza espressiva, la piena corrispondenze fra testo e musica al punto che il linguaggio della Passione secondo Matteo è stato definito “teatrale“. Bach introduce nel racconto evangelico le pieghe emotive di un dramma barocco, dando evidenza rappresentativa ai gesti che la musica accompagna: la concitazione della folla, le lacrime dei fedeli, il pentimento di Pietro, il lutto di Giuseppe di Arimatea. In primo piano, appaiono i sentimenti umani […]

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La bellezza che salva

La Dedicazione del Museo diocesano di Milano al cardinale Carlo Maria Martini, nel 90° anniversario della nascita, non è un semplice gesto di gratitudine nei confronti del Pastore che tenacemente lo volle. Martini ebbe una attenzione e una sensibilità profonda nei confronti dell’arte che va oltre il mero aspetto artistico. Invitando ad una lettura integrale, suggeriamo un passaggio della Lettera Pastorale del 1999, dal significativo titolo “Quale bellezza salverà il mondo?” “Mi è entrata nel cuore la domanda che Dostoevskij, nel suo romanzo L’idiota, pone sulle labbra dell’ateo Ippolit al principe Myskin. “E’ vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la ‘bellezza’? Signori – gridò forte a tutti – il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza… Quale bellezza salverà il mondo?”. Il principe non risponde alla domanda (come un giorno il Nazareno davanti a Pilato non aveva risposto che con la Sua […]

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Buon 2017… nel segno luterano di Bach

Nel 2017 saranno trascorsi 500 anni dall’anno in cui Martin Lutero presentò le sue 95 tesi, inviate ai vescovi il 31 ottobre 1517, episodio che segna l’inzio alla riforma protestante. Per questo, gli auguri di Capodanno li prendiamo da uno degli interpreti più illustri del luteranesimo, Johann Sebastian Bach. Il “maestro di cappella di sua altezza serenissima il principe di Anhalt-Cöthen” compose il suo “Piccolo libro d’organo” (in tedesco Orgelbüchlein, BWV 599-644),  una raccolta che non aveva solo fini didattici (per offrire “a un organista principiante il metodo per sviluppare in tutte le maniere un corale, in cui possa anche perfezionarsi nello studio del pedale, perché nei corali che qui si trovano il pedale è trattato in modo strettamente obbligato”) ma, come tutte le opere di Bach, il Piccolo Libro fu dedicato “All’Altissimo Iddio solo per onorarlo e al prossimo affinché si istruisca”. Dei 46 corali dell’Orgelbüchlein dedicati a vari momenti […]

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