Abbi cura
Io del Festival di Sanremo attendevo le canzoni di due artisti: Daniele Silvestri e Simone Cristicchi.
La prima Argento vivo di Silvestri non mi è piaciuta neanche un po’. Più l’ascoltavo e più mi sembrava falsa. Daniele Silvestri non è più uno studente di 16anni con l’argento vivo addosso che vive la scuola come una prigione e dà colpa di questa condanna alla società che non gli ha dato possibilità di scelta sin dalla nascita. Daniele Silvestri per l’età che ha avrebbe potuto immedesimarsi meglio con chi combatte tutti i giorni contro l’usura della pazienza e dell’autostima: i bravi prof. Se veramente Silvestri volesse cambiare o anche solo denunciare il sistema scolastico – perché il problema è reale e attende da più di mezzo secolo risposte valide – dovrebbe partire dai valori, non dal tentativo di giustificazione di un comportamento carico di rabbia. Non tutti i ragazzi con disagi sociali hanno l’argento vivo addosso. Molti hanno solo brutte storie alle spalle. Una riforma del sistema scolastico deve ripartire da una riforma della società. Cosa non facile. In Giappone per quelli con l’argento vivo addosso si offre la possibilità di lavori manuali in attesa che giunga il tempo della curiosità, della lettura e dell’ascolto. Non ci si arrende, si cercano strade creative. Comunque, grande fiducia in Daniele Silvestri di cui in passato mi sono piaciute le avvolgenti armonie e l’acuta ironia.
La seconda Abbi cura di me di Cristicchi direi che è una canzone proprio godibile: sia testo, sia musica. Simone dice: “Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto”.
Simone Cristicchi sta realizzando anche un documentario dal titolo “Happy Next – alla ricerca della felicità”. Raccontando la storia di diversi personaggi dello spettacolo e della cultura italiani – ma anche di gente comune – prova a rispondere alla domanda: che cos’è veramente la felicità?
Da sempre attivo come volontario in istituti di igiene mentale (vi ricordate la canzone Ti regalerò una rosa, con cui ha vinto il Festival nel 2007?) e nella difesa dei diritti umani (Genova brucia nel 2011 è stata premiata da Amnesty International Italia), in questo periodo si è avvicinato alla fede attraverso la spiritualità francescana. Ma a parte questo – perché non capisco mai quanto vi sia di sincero e quanto di costruito ad hoc dagli abili fabbricanti di spettacolo – la canzone ti arriva dritta al cuore. Perciò ecco il testo. Buon ascolto.
Abbi cura di me
Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento
È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile