Dalla. Come è profondo il mare

Dalla. Come è profondo il mare

Un viaggio nei versi indimenticabili di un poeta contemporaneo, alla scoperta dell’origine di capolavori musicali che fanno parte della nostra storia. La vita, gli incontri, le passioni e la fede di un originale ricercatore di Dio e della verità, in un emozionante percorso tra i sentieri della sua
anima.

Cosa ci rimane di Lucio Dalla? Musica, musica e ancora musica. Lucio parlava di musica, viveva di musica, comunicava con la musica, la creava. È sempre stato un tipo jazz, ma con un guizzo in più: il desiderio di uscire dallo scantinato buio e fumoso dove solitamente si celebra il rito esclusivo, per incontrare gente, tutta la gente.

Lucio era uno che improvvisava senza sosta. Ogni giorno era la versione inedita di sé, pur mantenendo in lui costanti riconoscibilissime: genialità e riflessione, misura e sregolatezza, sacro e profano, gioia e tristezza, solitudine e compagnia, parola buona e parola tagliente.

È stato un artista internazionale, un rivoluzionario vero; buttava tutto all’aria, e lo faceva con coscienza: sapeva cioè distinguere il bene dal male. Per questo si considerava un grande peccatore, e lo confessava regolarmente. Sapeva perdonare e farsi perdonare, anche se a volte l’operazione non andava a buon fine. Lucio è stato un grande cantore di bassezze e altezze umane. Un innamorato del mondo che sapeva far innamorare.

A oltre dieci anni dalla scomparsa del cantautore bolognese, Enrico Impalà, grande conoscitore della sua opera, la attraversa mettendo in luce la figura di un poeta dell’amore gratuito, che ha cantato il mistero e la bellezza della vita, senza mai distaccarla dalla sua complessità e dai suoi drammi.

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Viaggio nell’anima di un grande poeta…

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